🍽️ IL TRIONFO AL COLOSSEO: LA CUCINA ITALIANA ALL’UNESCO E LA FIGURA INDECENTE DELLA SINISTRA. LA RIVINCITA DI GIORGIA MELONI.

Gentili telespettatori, buona giornata.

Mamma mia che figura.

Vi ricordate Giorgia Meloni a Domenica In?

Cioè, che figura la Sinistra. Oggi sono rimasti senza parole.

Vi ricordate come criticavano la Meloni, seduta di fronte al Colosseo in una tavola imbandita per la diretta di Domenica In?

Era il 21 settembre di quest’anno.

Meloni seduta a questo tavolo mandò su tutte le furie i nostri eroi di sinistra: Fratoianni, Bonelli, Conte, Schlein.

🍷 Atto I: La Tavola del “Tradimento” e le Critiche Feroci.

In quella giornata, era stata posizionata una lunga tavola davanti al Colosseo con tutti i commensali che avevano davanti pietanze nostrane, piatti tipici italiani.

Perché avevano fatto questo?

Stavano tutti insieme — Domenica In, la Premier e gli ospiti — promuovendo la cucina italiana per sostenere la candidatura a Patrimonio Immateriale dell’UNESCO.

Un’iniziativa cruciale del 2023, la cui decisione è arrivata proprio ieri, 9 dicembre.

La Premier spiegava: «Abbiamo organizzato delle tavolate tradizionali delle nostre famiglie perché la cucina da noi è il pezzo fondamentale della comunità, della convivialità e l’abbiamo rilanciato raccontando anche le tradizioni che ogni territorio rappresenta.»

Quindi, Meloni era andata lì per promuovere l’Italia, proprio per la candidatura della cucina italiana a Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO.

Cosa che poi ieri è stata ufficialmente nominata. La cucina italiana è Patrimonio dell’UNESCO! Siamo i primi al mondo a ricevere questo riconoscimento.

Eppure, in quell’occasione, la Meloni era stata definita come un politico che stava facendo una «operazione indecente».

I 5 Stelle parlarono proprio di operazione indecente, aggiungendo che la RAI aveva toccato il fondo. «Nemmeno ai tempi di Berluscao Meravigliao! La Rai si era prostrata così spudoratamente alla volontà di un Presidente del Consiglio.»

Accusavano la Meloni di essere andata lì a fare una sorta di programma tipo Il cuoco in cucina, Il pranzo è servito.

Il pranzo è servito! Lo ricordate? Quel conduttore con la voce rauca… Ah, Corrado! Giusto.

Quindi, avevano accusato Meloni di partecipare a Domenica In per farsi pubblicità, per andare lì a fare la massaia che parla della pasta, della lasagna. Ne avevano dette di tutti i colori.

«La Rai è diventata ormai indecente, ha toccato il fondo… Guarda la Meloni che la domenica, al posto che stare a casa a riposarsi, va anche in Rai a fare le tavolate di fronte al Colosseo, insomma, per raccattare voti a destra e sinistra.»

🥶 Atto II: Il Panico Improvviso della Sinistra e la Rivelazione.

In realtà, la Meloni stava promuovendo l’Italia e la cucina italiana. E ieri è arrivato questo successo notevole.

Volete dire merito di Meloni? Volete dire sarebbe arrivato anche se non ci fosse stata Meloni? Dite quello che volete.

Sta di fatto che questa cosa è successa sotto il Governo Meloni.

Immaginate la scena al momento dell’annuncio UNESCO.

A Domenica In l’atmosfera cambia di colpo: una domanda innocua sulla cucina, un sorriso appena percettibile di Meloni e, all’improvviso, il gelo.

Qualcosa nella risposta della Premier — che rivendicava l’orgoglio italiano — fa scattare un’onda di nervosismo che si percepisce perfino attraverso lo schermo.

I telefoni dell’opposizione iniziano a vibrare freneticamente, i commentatori sussurrano…

La regia indugia su un dettaglio che nessuno capisce se sia casuale o deliberato.

E mentre Meloni prosegue con una calma che sembra quasi una sfida, fuori dallo studio si scatena una furia politica improvvisa, una reazione sproporzionata che fa pensare più a un colpo ricevuto… che a un semplice dissenso.

La clip diventa virale in pochi minuti, ma ciò che davvero fa parlare non è ciò che Meloni ha detto — bensì il modo in cui l’opposizione ha reagito.

Perché proprio così? E perché proprio adesso?

⚖️ Atto III: La Regola dell’Azienda e la Colpa.

La domanda che resta sospesa è una sola: che cosa ha innescato quel panico improvviso nei corridoi della sinistra?

Era l’imbarazzo della sconfitta. Era la consapevolezza di aver gridato all’indecenza per un’iniziativa che si è rivelata un trionfo nazionale.

Se ci fosse stato un governo Schlein o un governo Enrico Letta, aiuto!

Molti direbbero che i successi sarebbero arrivati comunque, che con Meloni o senza Meloni era uguale. Io credo realmente di no.

Non credo proprio che l’Italia oggi con una Schlein, con un Enrico Letta o con un Giuseppe Conte sarebbe rispettata e con tanti record raggiunti. Non credo proprio.

Quindi, come si dice, bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare.

Dare merito a chi se lo merita. C’è la Meloni che guida il governo. Quello che succede negli anni di governo Meloni si attribuisce a Meloni.

Un po’ come nelle aziende. Quando lavoravo come dirigente: se le cose andavano bene era merito mio, se andavano male era colpa mia.

Se c’è al governo la Meloni e le cose vanno bene, è merito suo. Se le cose vanno male, è colpa sua.

La sinistra ha fatto la figura indecente, criticando un’iniziativa che si è rivelata una vittoria storica per l’Italia intera.

La verità è che la Meloni ha dimostrato di avere una visione, mentre loro, accecati dalla rabbia, hanno attaccato un’iniziativa patriottica che ha portato il tricolore sul podio mondiale.

E noi siamo qui a raccontare la storia di come la tavola imbandita di fronte al Colosseo sia diventata il simbolo della loro figuraccia epocale.

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